Il progetto “TOMORROW” cerca di rispondere al bisogno, individuato da Regione Lombardia, di attivare innovative soluzione di tipo residenziale in grado di assicurare l’integrazione di attività sanitarie, educative, ricreative ed occupazionali alla ricerca del “benessere possibile”, per persone caratterizzate da una dipendenza cronica da sostanze, connessa ad una lunga storia di riabilitazione comunitaria, difficoltà di reinserimento sociale, abitativo, relazionale e/o con grave deterioramento psicofisico.
Questi soggetti, pur con capacità d’astenersi dall’utilizzo delle sostanze per periodi anche medio lunghi, ciclicamente ne riprendono il consumo con conseguente perdita del lavoro, dell’abitazione, lo sfaldamento delle reti di protezione primaria, reti amicali, della capacità di cura di sé, della dignità ed autostima. Questo processo li spinge verso l’emarginazione più grave.
L’esperienza porta ad affermare che questa tipologia di soggetti necessita di una proposta residenziale flessibile e di accompagnamento all’autonomia “possibile” e al reinserimento sul territorio.
Per raggiungere questi risultati è necessario una presa in carico multidimensionale in grado di fornire risposte concrete in tempi brevi e una collaborazione costante con la rete territoriale dei Servizi al fine di rendere le risposte efficaci e specifiche al bisogno.
La prospettiva innovativa in cui ci si pone è quella di costruire percorsi di reinserimento protetto attraverso modelli differenziati di supporto abitativo, lavorativo e sociale che, pur perseguendo costantemente per ciascun paziente l’obiettivo del conseguimento del più alto grado praticabile di autonomia, non vanifichino i percorsi terapeutici intrapresi con brusche dimissioni, che sfociano poi in un’inevitabile cronicizzazione.
Il percorso riabilitativo si rivolge ad adulti con dipendenza caratterizzati da una storia di ricaduta e di recidiva, sottoposti a trattamento psicofarmacologico e/o farmacologico sostitutivo a scalare e/o a mantenimento, che non sono nelle condizioni di trarre beneficio da un invio a programmi di recupero, nei quali hanno peraltro spesso già sperimentato frequenti fallimenti. A causa dei limiti delle loro risorse personali e familiari e delle condizioni di disagio dei contesti abituali di vita familiare e sociale, non sono nelle condizioni di ritornare in una famiglia né di adire ad una piena ed individuale autonomia.
L’età spesso avanzata e lo stato di ricaduti sconsigliano comunque peraltro ogni ipotesi di “accanimento comunitario” in persone che hanno già evidenziato la loro difficoltà a trarre profitto da setting troppo centrati sulla rielaborazione introspettiva o psicodinamica.